Caso Bplus: “Dopo la sentenza del Tar il commissariamento è destinato a cadere. Sull’altro fronte caldo, la sanzione da 355 milioni di euro, aspettiamo la Cassazione” 

“La sentenza difende il commissariamento dal punto di vista giuridico ma non da quello sostanziale”. Bplus ha accolto come una vittoria completa la sentenza della prima Seziona Ter del Tar Lazio pubblicata venerdì scorso. “Ha finalmente chiarito che non c’è alcun pericolo di infiltrazioni mafiose all’interno della compagnia” spiegano a Agimeg  fonti vicine alla concessionaria. “In sostanza dopo questa pronuncia il commissariamento è destinato a cadere, visto che comunque tutta la vicenda origina dalla prima interdittiva antimafia,  e la società potrebbe tornare sotto la gestione di Francesco Corallo”. Il Tar Lazio ha tuttavia sostenuto che il presupposto del commissariamento non fosse l’interdittiva, ma l’aver troncato i rapporti con il Controllore Alfonso Rossi Brigante che avrebbe dovuto “sorvegliare” la gestione della compagnia. “Di fatto sono censure di scarso peso.Si fa riferimento a due bonifici – in totale 27 milioni di euro, Ndr – verso la compagnia madre, ma è lo stesso Tar a riconoscere che si tratta di un giroconto. I rapporti con il Controllore sono stati interrotti perché la Prefettura prorogava l’interdittiva antimafia da due anni, e nel maggio 2014 avrebbe dovuto definitivamente revocarla”. Cosa che invece non ha fatto. Bplus ancora non ha deciso come chiedere la revoca del commissariamento – potrebbe impugnare la sentenza di fronte al Consiglio di Stato, oppure chiedere al Prefetto di Roma di rivalutare la posizione – per sua stessa ammissione al momento è concentrata sulla sanzione da 335 milioni che la Sezione d’Appello della Corte dei Conti le ha inflitto a febbraio per la vicenda delle maxipenali newslot. I Monopoli, come già anticipato da Agimeg – hanno notificato alcune settimane fa la sentenza – che è già esecutiva – ma ancora non hanno inviato il precetto di pagamento, l’atto formale con cui si chiede di versare le somme dovute. “Se ci chiedessero l’intera somma subito, saremmo costretti a portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento. Cosa che provocherebbe anche un buco – stimato in circa 1 miliardo, NdR – nelle casse dello Stato”. La concessionarie nelle settimane scorse aveva detto di voler chiedere ai Monopoli di rateizzare la condanna, intanto però ha già presentato ricorso alla Cassazione contro la sentenza. rg/AGIMEG