Cappuccio (Sindaco di Santhià): ”Il Tar deve tener conto di quanto si sta facendo contro il gioco patologico”

Di nuovo al centro di polemiche l’ordinanza del Comune di Santhià che prevedeva la dislocazione di sale giochi con slot machine a debita distanza da luoghi delicati come scuole e ospedali (pena lo spegnimento delle stesse slot) e a orari ridotti.
La Corte Costituzionale, non considerando incostituzionali le leggi che non danno mandato ai Sindaci di intervenire in caso di attivazioni di slot machine, ha rimandato al Tar la decisone sulle regole che i primi cittadini possono adottare in merito all’apertura e sugli orari delle sale gioco nelle quali si trovano slot, considerate da molti la causa della ludopatia. Al fine di scongiurare questi rischi, il Comune di Santhià tramite un’ordinanza aveva disciplinato dei blocchi all’apertura delle sale gioco in città, in quanto nel 2011 si contavano già 110 apparecchi. In seguito, l’ordinanza venne impugnata da un operatore del settore e il Tar aveva chiesto alla consulta il pronunciamento in merito ai provvedimenti dei Comuni di Rivoli e Santhià, che limitavano l’accensione delle slot nella fascia oraria che andava dalla 12 alle 23.
All’attenzione della Corte era stato portato, in particolare, l’articolo 50 della Testo Unico sugli enti locali che conferisce ai Sindaci il potere di organizzare gli orari degli esercizi commerciali. Il dubbio del Tar era concernente la mancanza all’interno del testo di un riferimento specifico relativo al tema del gioco patologico. Lo stesso quesito fu sollevato anche per l’articolo 31 del “Decreto crescita” del 2011 nel quale si stabilisce la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio. Dunque, si può parlare di una piccola vittoria da parte dei gestori delle sale slot anche se il Sindaco di Santhià, Angelo Cappuccio, non è di questa opinione: “la ludopatia esiste ed è un rischio concreto per la popolazione – ha affermato – . Noi ce ne siamo accorti anni fa e abbiamo emanato l’ordinanza “anti-slot”. Successivamente tantissimi Sindaci in Italia hanno raccolto firme per una legge popolare che conferisca ai Comuni poteri in materia e la stessa legge ora è in discussione in Parlamento. Il Tar, ora, deve tenere conto di questi sviluppi”. mdc/AGIMEG