Camera: ddl su esodati, in Commissione Finanze perplessità su copertura attraverso misure sui giochi

Diversi deputati della Commissione Finanze della Camera hanno espresso le proprie perplessità sulle modalità di copertura del disegno di legge contenente “Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l’accesso al trattamento pensionistico”, all’esame della Commissione Lavoro. Durante la discussione in sede consultiva, il deputato di Scelta Civica Enrico Zanetti ha ricordato che il ddl in questione prevede maggiori oneri quanticati in 1,24 miliardi per il 2013, 630 milioni per il 2014, 1,04 miliardi per il 2015, 1,22 miliardi per il 2016, 1,03 miliardi per il 2017, 610 milioni per il 2018 e 300 milioni per il 2019. Per coprire queste spese il testo prevede “misure in materia di giochi pubblici on line, lotterie istantanee e apparecchi e congegni di gioco, utili al fine di assicurare, con riferimento ai rapporti negoziali in essere alla medesima data di entrata in vigore della legge, il reperimento delle maggiori entrate di cui al comma 1”. Zanetti ha quindi sottolineato come la norma in questione “sia formulata in termini piuttosto generici, senza chiarire se le maggiori entrate debbano essere realizzate attraverso un incremento del prelievo erariale unico gravante sui predetti giochi, attraverso altre forme di prelievo tributario sui concessionari, ovvero mediante altre modifiche delle condizioni di concessione in essere, ad esempio stabilendo il versamento di ulteriori corrispettivi da parte dei concessionari, a titolo di integrazione degli oneri di concessione, ovvero una riduzione della quota delle giocate destinata ai premi (cosiddetto «payout»)”. Zanetti ha aggiunto che “ogni modifica incidente sui rapporti negoziali in essere in questo campo potrebbe generare contenzioso tra l’amministrazione finanziaria e gli stessi concessionari, oltre a determinare il rischio di incorrere in una procedura d’infrazione europea per violazione delle norme in materia di mercato interno. Inoltre, un aggravio delle condizioni o del prelievo tributario, potrebbe, come del resto in altri campi, determinare una flessione delle entrate erariali che dovrebbe essere attentamente valutata, in quanto si potrebbe ridurre l’attrattività delle sopra indicate forme di gioco, a vantaggio di altre tipologie di gioco legale, ovvero, nel caso peggiore, a vantaggio del gioco legale. In entrambi i casi si porrebbe il rischio di vanificare l’obiettivo di maggior gettito perseguito dalla disposizione”. Anche il deputato del Pd Marco Causi ha espresso “perplessità sulla clausola di copertura recata dall’articolo 6, comma 2, del provvedimento, ricordando che il ricorso già compiuto in passato a misure di incremento delle entrate attraverso interventi sul settore dei giochi pubblici abbia comportato un incremento incontrollato delle offerte di gioco, rilevando come l’articolo 14, comma 2, lettera q), del disegno di legge recante delega al Governo per la riforma del sistema fiscale, esaminato dalla Commissione in sede referente, approvato dalla Camera ed attualmente all’esame del Senato, intenda, al contrario, perseguire una riduzione e razionalizzazione delle offerte di gioco”. Infine, il deputato del Movimento 5 Stelle Sebastiano Barbanti ha condiviso “l’esigenza di scongiurare la proliferazione dei giochi pubblici suggerendo in tale ottica di valutare l’opportunità di concentrare l’incremento del prelievo su quelle tipologie di gioco che hanno un impatto sociale maggiormente negativo”. rov/AGIMEG