Betfair nel semestre taglia i costi e torna a generare profitti. Ma i giochi continuano a perdere

Betfair torna a generare profitti nel primo semestre – terminato il 31 ottobre – dell’anno fiscale 2013/2014 grazie al drastico taglio nelle spese che compensa la contrazione degli introiti delle operazioni di giochi. Questi ultimi complessivamente perdono il 6,3% (188 milioni di sterline): in negativo il core business del betting exchange (122,5 milioni di sterline, -7,3%, performance che la compagnia addebita alla chiusura delle operazioni in Spagna, Germania e Grecia), i giochi (29,2 milioni, -25,1%, a causa della performance del poker), e la gestione dei conti clienti (0,6 milioni, -33,3%). In forte positivo le scommesse tradizionali (11,4 milioni, +39%, grazie alla raccolta che è più che raddoppiata, e alla crescita del mobile, +70%) e le operazioni negli USA (24,3 mln, +19,1%). “Scommesse tradizionali e betting exchange sono complementari” ha commentato il Ceo Breon Corcoran. “Il 38% dei nostri utenti gioca con entrambi i prodotti. Questo fenomeno è destinato a intensificarsi nei prossime mesi grazie allo sviluppo della nostra tecnologia che consentirà di estendere la convenienza dell’exchange alle scommesse tradizionali”. LA compagnia sta infatti sviluppando un motore che consentirà di dirottare automaticamente le scommesse tradizionali sul betting exchange, in questo modo gli utenti delle prime potranno beneficiare sempre delle quote p2p. Betfair nel semestre ha attuato una politica di contenimento dei costi, tagliate in particolare le spese amministrative (-45,5%, 131,5 milioni), mentre i costi di vendita sono calati del 3,3% (23,5 mln). La compagnia ha così tratto profitti netti per 26,9 milioni, un anno fa aveva registrato una perdita di 74,8 milioni.Gli utenti attivi al termine del periodo erano 540mila, l’11% in più di un anno prima, grazie in particolare al traino delle scommesse sportive. In particolare gli utenti dei paesi “sostenibili” (Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Malta, Gibilterra e Stati Uniti) sono cresciuti del 28% (393mila), mentre quelli degli altri paesi sono calati del 19% (147mila). I paesi sostenibili adesso “sostenibili” adesso assicurano il 77% dei profitti complessivi della compagnia. lp/AGIMEG