Slot, tassa 500 milioni: se lo stallo con i gestori prosegue, concessionari potrebbero impugnare le ingiunzioni di pagamento dell’Aams

Il Tar non ha sospeso il pagamento della seconda rata che la Stabilità 2015 ha addossato alla filiera degli apparecchi, i concessionari adesso entro il 30 ottobre dovranno versare 300 milioni di euro nelle casse dello Stato. Per il Collegio in sostanza le concessionarie non hanno dimostrato che il pagamento della seconda rata possa arrecare un reale danno, una decisione su cui probabilmente ha pesato la relazione depositata dai Monopoli a inizio settembre in cui si attestava che la filiera aveva percepito circa 4,2 miliardi nel 2013 (la tassa avrebbe quindi decurtato i compensi dell’11,92%) e oltre 4,4 miliardi (con la tassa quindi lo Stato avrebbe incamerato l’11,35% dei compensi). Come più volte messo in evidenza, tuttavia, la tassa impone ai concessionari di versare l’intero importo, e poi di scaricare il peso sugli altri soggetti della filiera; le concessionarie tuttavia non controllano i flussi di cassa, dal momento che – nel caso delle newslot – sono i gestori a prelevare materialmente gli incassi dalle macchine e a ripartirli con concessionarie e esercenti. La maggior parte delle compagnie ha più volte sostenuto di non poter sostenere da sole il peso della tassa: il quadro non è omogeneo, ma secondo quanto emerso nell’udienza di ieri, la maggior parte dei gestori ha versato circa il 15% della quota di propria spettanza. Nei prossimi giorni, com’è facile immaginare, concessionari e filiera cercheranno di trovare un accordo, ma se dovesse il confronto non andasse a buon fine, le concessionarie non disporrebbero delle somme necessarie a far fronte alla tassa (le 13 concessionarie complessivamente nel 2014 hanno percepito un compenso lordo di 889 milioni di euro, somma da cui vanno sottratti tutti i costi di esercizio). Uno degli scenari possibili – secondo quanto apprende Agimeg da fonti legali – è che una buona fetta delle concessionarie lasceranno scadere il termine del 30 ottobre. A quel punto, l’Amministrazione dovrà attivarsi per riscuotere coattivamente gli importi dovuti. Le compagnie a questo punto potranno impugnare con nuovi ricorsi le ingiunzioni di Piazza Mastai e presentare una nuova richiesta di sospensiva, nella speranza che le riserve del Tar sull’impossibilità di provare il danno siano a questo punto superate. Possibile anche impugnare l’ordinanza odierna di fronte al Consiglio di Stato, sebbene le compagnie abbiano appena una settimana di tempo per redigere i ricorsi e depositarli a Palazzo Spada. lp/AGIMEG