Poker live, Commissione Tributaria Udine: “Le tasse sulle vincite estere sono incostituzionali”

“La CTP di Udine riconosce l’incostituzionalità dell’art. 69 del TUIR e della tassazione progressiva che l’AdE pretendeva di applicare in ambito di attività di gioco d’azzardo, di fatto smontando tutto l’impianto accusatorio dell’Amministrazione; il collegio udinese conferma che il fisco ha forzato l’interpretazione degli artt. 67 e 69 del TUIR, norme create per sanzionare il gioco illegale e clandestino, e non di certo per tassare i proventi da gioco lecito conseguiti all’estero, in tal modo rafforzando tutte le difese di coloro che non hanno avuto il privilegio di conseguire vincite all’interno dei soli confini europei. Concludo manifestando assoluta soddisfazione per il risarcimento di € 9.800,00 in favore del ricorrente; si tratta di una condanna davvero dura ed esemplare, significativa del riconoscimento di un’attività colpevole da parte dell’Amministrazione Finanziaria: forse il progetto ALL-IN comincia finalmente a pagar dazio”.
Sono le parole del legale Massimiliano Rosa, che commenta così quanto pronunciato dalla Commissione Tributaria Provinciale di Udine. Ancora una vola è stata riconosciuta non legittima la pretesa imposizione fiscale dell’Agenzia delle entrate sulle vincite ottenute in un casinò dell’Unione Europea.
“Con sentenza N. 310/03/2015, depositata il 30.09.2015, la CTP Udine – commenta Rosa – ha annullato 3 avvisi di accertamento, relativi alle annualità d’imposta 2009, 2010 e 2011, con cui l’AdE di Udine aveva richiesto al sig. Jurij Naponiello, di pagare la complessiva somma di € 124.000,00, a titolo di imposte, sanzioni e interessi, per la mancata dichiarazione di redditi diversi derivanti da vincite al gioco conseguite presso casinò sloveni. L’Ufficio di Udine è stato altresì condannato a pagare l’importo di € 9.800,00 in favore della parte ricorrente.
Gli accertamenti, per la precisione, contestavano al Naponiello l’omessa dichiarazione di € 84.000,00, per vincite al poker live censite dal sito internet www.thehendonmob.com, più circa altri € 40.000,00 per versamenti in conto corrente non giustificati, così come emersi dalle indagini finanziarie eseguite sul c/c del contribuente.
L’Agenzia delle Entrate di Udine, nello specifico, è arrivata di fatto a duplicare la contestazione, atteso che la percezione delle vincite al casinò, avrebbe quanto meno dovuto legittimare i versamenti in conto corrente di denaro contante, per di più di importo complessivo inferiore rispetto a quanto censito su internet.
La difesa ha fatto di tutto per evitare il contenzioso, atteso che il contribuente, nonostante il parere sfavorevole dello scrivente avvocato, era disposto a versare fino ad € 25.000,00 al fisco, per chiudere subito la vicenda e scongiurare il processo tributario.
Nel corso degli incontri con l’Ufficio udinese, quindi, è stato fatto presente che pendeva la causa pregiudiziale Blanco/Fabretti e che sarebbe stato opportuno attenderne l’esito (giunto solo 3 mesi dopo), che la Commissione Europea si era già schierata nettamente contro il fisco italiano, che c’erano già 13 precedenti nazionali, tutti favorevoli alle ragioni dei ricorrenti, che i 40.000,00 € di cui alle indagini finanziarie potevano essere serenamente rimossi dalla contestazione, unitamente alle ingiustificate ed ingiustificabili sanzioni, il tutto per convincerli ad accettare una soluzione transattiva che, a parere dello scrivente, sarebbe stata un autentico regalo fatto alle casse dell’erario.
L’AdE di Udine, tuttavia, non si accontentava di € 25.000,00, ma ne voleva circa il doppio (comunque assai meno della “vergognosa” cifra di € 124.000,00) e il sig. Naponiello, non senza averci pensato e non senza perplessità, decideva infine di impugnare gli accertamenti.
Giungeva quindi la sentenza della Sezione 3 della CTP di Udine, presieduta dal dott. Andrea Zuliani, autorevole e stimato giudice del Tribunale civile di Udine, la quale recava conclusioni tanto lineari, quanto semplici, perché il caso era semplice e mai e poi mai sarebbe dovuto finire in contenzioso.
La condotta dell’Ufficio fiscale udinese è stata scellerata, perché ha artatamente richiesto una somma abnorme ed indebita, perché nulla era dovuto, e perché ha addirittura rifiutato un autentico regalo di € 25.000,00 da parte del contribuente.
E così, invece di portare € 25.000,00 nelle proprie casse, ora lo Stato ne deve pagare € 9.800,00 (oltre ad IVA e CPA) in favore del sig. Naponiello, per non parlare di tutto il tempo e del lavoro che i nostri impeccabili dipendenti pubblici hanno dedicato per circa tre anni alla vicenda in esame, a partire dall’Uff. Controlli che ha svolto l’attività di accertamento, fino all’Uff. legale che si è ostinatamente difeso fino alla fine del processo tributario.
Personalmente, ritengo che tale conclusione debba essere segnalata alla Corte dei Conti, perché se qualcuno, con la propria condotta colpevole, determina un danno erariale, è bene che ne paghi il fio, e ciò vale sia per i cittadini, sia per i funzionari pubblici.
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Venendo alle motivazioni, al di là delle scontate conclusioni circa l’applicazione della sentenza Blanco e circa l’ovvia giustificazione dei versamenti in conto corrente, in virtù della percezione di maggiori vincite per contanti al casinò, davvero molto interessante è l’ultimo periodo della decisione del collegio udinese, che recepisce, per la prima volta nel panorama nazionale, una delle principali difese che sono state svolte nell’ambito di tutti i processi di cui al progetto ALL-IN”. lp/AGIMEG