Scommesse, sospeso il rinvio della Cassazione alla CGE sul bando Monti. Tra le ipotesi anche l’archiviazione del procedimento

La Corte di Giustizia ha sospeso l’istruttoria della causa De Ciantis – in sostanza i dubbi sulla legittimità del bando Monti sollevati dalla Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione nell’aprile 2014 – in attesa che venga decisa la causa Laezza che verrà discussa il 17 settembre, giovedì della prossima settimana. In quest’ultimo caso il rinvio è stato disposto dal Tribunale Penale di Frosinone che ha chiesto se sia contraria al diritto comunitario la norma che obbliga i concessionari delle scommesse a trasferire ai Monopoli tutti i beni che costituiscono la rete di raccolta una volta terminato il rapporto. Una volta emessa sentenza su questo quesito, la Corte di Giustizia deciderà anche se riassumere o meno la De Ciantis rinviata dalla Cassazione. Tra le soluzioni possibili, infatti, la CGE potrebbe infatti decidere di non arrivare a sentenza, ritenendo la questione già decisa. Il regolamento della Corte stabilisce che il Collegio – proposta del giudice relatore, sentito l’avvocato generale – possa emettere un’ordinanza motivata per stabilire una questione pregiudiziale è identica a un’altra già affrontata, o che la risposta può essere chiaramente desunta dalla giurisprudenza, o che la risposta alla questione pregiudiziale non dà adito a nessun ragionevole dubbio. La Cassazione ha sollevato tre quesiti pregiudiziali: oltre a quello sul trasferimento della rete, anche due sulla minore durata delle concessioni assegnate con il Bando Monti. La CGE tuttavia – con la sentenza di gennaio scorso – ha già riconosciuto legittima la scelta del legislatore italiano di mettere a gara delle concessioni di durata inferiore. Bisognerà quindi vedere che pesò darà all’inciso, inserito dalla Cassazione, “laddove detta gara sia stata indetta all’affermato fine di rimediare alle conseguenze derivanti dall’illegittimità dell’esclusione di un certo numero di operatori dalle gare precedenti”. Secondo Stanley, infatti, la CGE nella sentenza di gennaio non ha affermato esplicitamente che il Bando Monti fosse in grado di rimediare alle precedenti discriminazioni. gr/AGIMEG