Slot: appropriazione importo residuo apparecchi è peculato, per Tribunale di Cagliari costituisce “pecunia pubblica”

Cinque anni di reclusione per reato di peculato. E’ questa la pena comminata a un rappresentante di una società che gestisce apparecchi da gioco che si era appropriato dell’importo residuo della raccolta ai danni del Concessionario. La sentenza è stata emessa dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Cagliari e i fatti per cui è riconosciuto colpevole del reato di peculato continuato sono relativi a non aver effettuato, nel periodo 2006-2007, in favore del concessionario che al tempo si chiamava G.Matica, i riversamenti dovuti per legge, trattenendo per sé non solo i propri corrispettivi, ma anche gli importi dovuti allo Stato (Preu) che in ogni caso il concessionario è obbligato a corrispondere in base alla convenzione di concessione. I giudici cagliaritani hanno sottolineato come gli importi residui della raccolta di gioco presente negli apparecchi costituiscano “pecunia pubblica”. La natura di denaro pubblico della raccolta di gioco, assieme alla qualifica “quantomeno di incaricato di pubblico servizio” dell’imputato, ha convinto i Giudici della consumazione del reato di peculato. E’ stato ritenuto “concretamente irrilevante” il fatto che gli apparecchi fossero di proprietà privata del soggetto, in quanto la funzione del gioco con vincite in denaro è certamente “pubblica”. La vicenda, che ha comportato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici del soggetto, ha visto anche il concessionario Admiral Gaming Network, facente capo al gruppo Novomatic, risarcito di 1.482.000,00 euro, dal momento che si era costituito parte civile. lp/AGIMEG