Francia, in cinque anni numero di giocatori cresciuto del 21%, in aumento del 5,4% le puntate oltre 1.500 euro l’anno

Lo scorso anno più della metà dei francesi (56,2%) ha giocato almeno una volta, contro il 46,4% del 2010, pari al +21%. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio governativo sul gioco d’azzardo, che sottolinea come questo incremento riguardi “tutte le classi sociali” e sia “ampio e abbastanza omogeneo,” anche se è maggiore per le donne (+ 11%), i giovani e gli anziani (12,4% per 15-17 anni, 11,5% per 45-75 anni). Il profilo del giocatore tipo vede in testa gli uomini, tra i 25 e i 54 anni, professionalmente attivi. Seguono gli operai e i dipendenti. “I giocatori hanno un livello di istruzione leggermente inferiore rispetto a chi non gioca” rivela lo studio. Ogni gioco ha il suo pubblico: le donne sono più presenti con i gratta e vinci (54,9%), gli studenti amano le scommesse sportive (26,5%), i casinò e le room poker (17,8 % e il 13,8%), i dipendenti i grattaevinci, gli artigiani e gli imprenditori puntano su giochi da casinò. Nel 2014, il 7,3% dei giocatori ha giocato online, ovvero almeno 2 milioni di francesi. Questo aumento del numero di giocatori è dovuto al fatto che è cresciuto il numero dei giocatori regolari (almeno 52 volte l’anno), dal 22,4% del 2010 al 31,5% nel 2014, si legge nel rapporto. “Assistiamo anche ad una intensificazione delle spese: la percentuale dei giocatori che spendono in un anno meno di 500 € è passata dal 90,1% al 80,9% e quella di coloro che spendono più di 1.500 euro è aumentata del 5,4% passata dal 1,8% al 7,2%”. Il numero di giocatori problematici è rimasto stabile a circa 200.000, ma quelli con comportamenti a rischio moderato, che non sono ancora in una condizione di dipendenza, è aumentato in modo significativo rispetto al 2010, almeno un milione di persone. Nel caso dei giocatori con problemi, di solito si tratta di giovani uomini, appartenenti a gruppi sociali meno istruiti e di condizioni economiche più modeste. L’Osservatorio ha evidenziato anche un’altra tendenza: nonostante il divieto di accesso al gioco da parte dei minori, questi giocano sempre di più, quasi uno su tre. lp/AGIMEG