Penali slot, Bplus in Cassazione: “Danno da disservizio non ha limiti, è una violazione alla libertà di stabilimento”

Bplus fa leva sull’eccesso di potere giurisdizionale, sulla violazione del principio del ne bis in idem, sui vizi nel modo in cui è stato esercitato il potere discrezionale, e sulla violazione del diritto dell’Unione Europea nel ricorso intentato di fronte alla Cassazione contro la sentenza d’Appello con cui la Corte dei Conti a inizio febbraio l’ha condannata a pagare una sanzione da 335 milioni di euro per i ritardi con cui è stata allestita la rete delle newslot tra il 2004 e il 2007. E’ quanto apprende Agimeg da fonti vicine alla compagnia. La concessionaria in particolare ha eccepito  la violazione del principio comunitario della libertà di stabilimento: il quadro normativo italiano infatti non offre un’adeguata certezza ai soggetti che stipulano una convenzione con un ente pubblico, dal momento che la Corte dei Conti non ha limiti nel calcolare il danno da disservizio – Bplus infatti è stata condannata a versare 335 milioni di sanzione, nonostante attraverso la raccolta di gioco abbia portato nelle casse dello Stato 1,2 miliardi di euro, nel periodo tra il 2004 e il 2007. Negli altri paesi comunitari, invece, una compagnia che stipula una convenzione risponde solo per le penali previste nell’atto siglato. lp/AGIMEG