Giochi, Temmink (Commissione Europea): “Divieto totale di pubblicità impedisce distinzione tra offerta legale e illegale”

C’è contrasto tra le prerogative nazionali sul gioco, in termini di tutela dell’ordine pubblico  e tutela sociale, e la libertà di prestazione dei servizi e dei diritti dei consumatori riconosciuta a livello europeo? E’ ruotato principalmente attorno a questo interrogativo il dibattito che si è sviluppato oggi durante un seminario organizzato a Bruxelles a cui hanno partecipato esponenti UE, Agenzia dei Monopoli e Sistema Gioco Italia, la federazione di filiera dell’Industria del gioco e dell’intrattenimento aderente a Confindustria.
Uno degli aspetti sui quali si è maggiormente concentrata la riflessione dei relatori intervenuti è stato quello della pubblicità dell’offerta di gioco. Per Harrie Temmink, Vice presidente dell’unità online e postale e direttore generale mercato e servizi interni della Commissione Europea, “la pubblicità dei giochi con vincite in denaro non è sbagliata. Giocare è per la maggior parte dei consumatori una forma di intrattenimento e soprattutto – ha sottolineato – il divieto totale della pubblicità impedirebbe di distinguere fra offerta legale e quella illegale”. Temmink inoltre ha anche posto l’accento sull’importanza di realizzare “una più forte cooperazione a livello bilaterale tra Stati per fronteggiare i problemi di concorrenza sleale transfrontaliera”.
Sulla stessa linea di Temmink, Giovanni Emilio Maggi, Vicepresidente di Confindustria Sistema Gioco Italia: “Fermo restando che la pubblicità debba essere regolata, cosa che in Italia avviene da oltre due anni grazie al codice di autodisciplina di Sgi e alla successiva legge Balduzzi, siamo pronti a confrontarci per migliorare le regole attuali e lo stato delle cose. Ma ribadiamo il nostro “no” ad un divieto assoluto”. Nel corso del suo intervento, Maggi ha anche fatto riferimento alla necessità di una migliore operatività dell’offerta di gioco legale online tra Stati membri dell’Ue “attraverso standard tecnici comuni, nel rispetto del sistema confessorio nazionale”.

Sulla non armonizzazione della normativa in materia di giochi a livello Ue si  è soffermata Ornella Porchia, Legal Advisor della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Ue, che ha ricordato come la materia sia tutt’ora lasciata alla normativa statale “considerata la sua natura peculiare e con specifico riferimento alla necessità di salvaguardia dell’ordine pubblico, la prevenzione delle frodi e la tutela del consumatore”. Un riferimento più diretto allo scenario italiano è stato invece fatto da Italo Volpe, Direttore della Direzione centrale normativa e affari legali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha ricordato come “la Delega Fiscale si pone proprio l’obiettivo di trovare e rinnovare un nuovo e giusto equilibrio fra la riserva statale nella regolamentazione dei giochi e i parametri comunitari, in particolare in materia di tutela dell’ordine pubblico e dei cittadini”. cz/AGIMEG