Ippica, grande adesione al documento dell’IHRA che evidenzia la preoccupazione del settore su possibili sviluppi della Delega Fiscale

“La legge per la Delega Fiscale dell’11 marzo 2014 ha creato le condizioni per poter finalmente rigenerare l’ippica italiana che rappresenta oltre 50.000 famiglie e che ha costituito una vera risorsa per il Paese oltre che un motivo di orgoglio nazionale con i grandi Campioni dell’Allevamento come Ribot, Tenerani, Tornese ed in tempi più recenti il grande Varenne, il Campione dei Campioni.  Questa occasione non deve essere sprecata nella delicata fase della finalizzazione che vede, in queste ore, il Ministero dell’Economia e Finanze impegnato a redigere il testo applicativo avvalendosi della collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali”. Lo scrive in una nota l’Italian Horse Racing Association, in rappresentanza del Comitato Nazionale Galoppo (AGRI, ANAC, ANAP, FIA, SIRE, UIF, UNAG, UNPCPS), della Federazione Nazionale Trotto (ANACT, FEDERNAT, FIPT, UPT) e della Federazione Società di Corse (Ippodromi di Firenze, Follonica, Milano, Montecatini Terme, Napoli, SS. Cosma e Damiano, Siracusa, Taranto).
“Molte bozze del lavoro in corso  – prosegue – sono circolate tra gli addetti ai lavori ed hanno prodotto negli Ippici italiani viva preoccupazione, in particolare sui seguenti temi: Facoltà dell’iscrizione alla Lega da parte dei singoli operatori, sulla base di parametri che tendono a escludere invece che ad includere le associazioni più rappresentative di categoria, soggetti indispensabili alla riforma e che partecipano a vario titolo al movimento ippico. Principi non determinati preliminarmente per la governance del settore e per la distribuzione delle risorse
disponibili. Assenza delle principali leve gestionali (scommesse ippiche) per la produzione delle risorse destinate al settore. Erroneo affidamento alla Lega di funzioni di controllo sulla giustizia sportiva e antidoping, di competenza invece del Ministero vigilante. Periodo di accompagnamento all’agognata e ritrovabile indipendenza economica di durata troppo ridotta e non sostenuto da misure di salvaguardia in caso di impreviste difficoltà.  La gestione unitaria dell’Ippica Nazionale (UNIRE, voluta con la legge Orsi Mangelli del 1942) ha prodotto
decenni di prosperità e sviluppo, presi ad esempio e imitati in tutto il mondo; a partire dalla fine degli anni ’90 una serie di scelte errate (in primis togliere all’ippica la gestione delle scommesse ippiche, vale a dire sottrarre la possibilità di sviluppare e gestire le proprie entrate, senza avere in cambio nemmeno un minimo garantito, come invece è successo per il CONI) ha progressivamente ridotto l’attrattività del settore (continui tagli al Montepremi, pagamenti ritardati anche di anni, rischi continui di essere esclusi per inadempienza dai Comitati Internazionali, tagli lineari che mortificano l’imprenditoria del settore, programmazione delle corse senza alcuna base tecnica, e così via) che oggi deve lottare per sopravvivere. Gli allevatori Italiani spostano sempre più le proprie attività all’estero o chiudono i battenti, la produzione è ridotta al lumicino, i proprietari che investono nel settore sono sempre meno, gli ippodromi chiudono o sopravvivono a stento”.
Per questo motivo l’intera filiera ippica unita in tutte le sue componenti, sia del Galoppo (tutte le principali associazioni del settore, Allevatori, Proprietari di Scuderie, Gentleman Riders, allenatori e fantini, riuniti nel Comitato Nazionale Galoppo), del Trotto (con analoga composizione raccolte nella Federazione Nazionale del Trotto) e le principali Società di Corse italiane che gestiscono nove ippodromi di grande importanza (Firenze, Follonica, Milano, Montecatini Terme, Napoli, SS. Cosma e Damiano, Siracusa e Taranto) raggruppate nella FSC, Federazione delle Società di Corse, hanno dato vita ad una Associazione Unitaria – Italian Horse Racing Association (I.H.R.A.) ‐ che si offre per essere il soggetto ideale a cui affidare la gestione ed il rilancio dell’Ippica nazionale.
“Di seguito – prosegue la nota –  i presupposti ispiratori e che riteniamo fondamentali di un nuovo modello di sviluppo del settore verso il quale siamo certi potremo tendere con il contributo prezioso dei Ministeri vigilanti e che riteniamo debbano essere espressi nel testo della Delega Fiscale:
1. Presenza paritetica dei soggetti imprenditori nella Lega e nella governance: Proprietari e Allevatori Galoppo, Proprietari ed Allevatori Trotto, Società di Corse (gestori degli ippodromi) e se del caso le Categorie Professionali, per il tramite delle proprie Associazioni rappresentative; (solo le Associazioni sono in grado di garantire stabilità e continuità indipendentemente dalla nascita e cessazione dei singoli operatori);
2. Costituzione di Enti Tecnici che coadiuvino nella programmazione delle attività coinvolgendo le Categorie Professionali tutte;
3. Programmazione pluriennale finalizzata alla ripresa e all’indispensabile sviluppo dell’Allevamento
nazionale del cavallo da corsa;
4. Affidamento pieno alla Lega della gestione delle scommesse ippiche (fonte di finanziamento indispensabile per il Montepremi delle Corse e l’intera filiera produttiva) con una completa revisione dei prelievi, del palinsesto, della competitività della proposta di gioco. Rilancio della scommessa negli ippodromi, nelle agenzie del gioco legale e nella rete estesa attraverso una riformulazione dei prodotti offerti;
5. Internazionalizzazione attraverso la vendita all’estero dei diritti televisivi delle corse italiane e l’acquisto
dei diritti per la raccolta delle scommesse sulle migliori corse internazionali;
6. Idonee misure di salvaguardia finanziaria decrescenti fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati e condivisi.
Siamo a disposizione delle Autorità e del Governo per portare da subito il nostro contributo in questa importantissima fase della redazione del testo dei decreti attuativi della Delega Fiscale”. cz/AGIMEG