Agisco, “Ribadita legittimità del sistema concessorio dal Consiglio di Stato. Adm dia impulso ad attività repressiva rete parallela dei ctd”

“Il Consiglio di Stato ribadisce legittimità del sistema concessorio/autorizzatorio; Adm deve dare impulso all’attività repressiva della magistratura per debellare la rete parallela dei ctd prima di varare nuova gara del 2016”. E’ quanto si legge in una nota di Agisco, riguardo i recenti pronunciamenti del Consiglio di Stato su alcuni ctd ai quali era stata negata la Licenza di Pubblica Sicurezza. “Alla luce della recente attività – prosegue l’associazione – giudiziaria ed investigativa:

– Il Consiglio di Stato, con recentissima ordinanza del 29 agosto 2014 ha confermato e ribadito la legittimità europea del sistema italiano fondato sul doppio titolo abilitativo (Concessione e Licenza di polizia) alla luce delle ultime sentenze emesse dalla Corte di Giustizia Ue. Fanno quindi bene le Questure a negare la Licenza di Pubblica Sicurezza ai CTD (Centri Trasmissione Dati) collegati ad operatori esteri non autorizzati ad operare nel mercato italiano, in applicazione dei principi interpretativi vincolanti affermati dal Giudice dell’Unione.

– Il Tribunale di Firenze, con propria ordinanza del 20 giugno 2014 nel recepire la precedente sentenza del Consiglio di Stato di novembre 2013 – con la quale è stato definitivamente stabilito che i CTD non possono godere di alcuna deroga alla normativa italiana –‐ ha definito corretto il comportamento di un gestore di un CTD che ha sospeso l’attività dopo il diniego della Licenza PS da parte della Questura, chiedendo la risoluzione del contratto con la società estera per causa a se’ non imputabile.

– Il Tribunale di Milano, prendendo atto del nuovo rinvio pregiudiziale disposto dal Consiglio di Stato e dalla Corte di Cassazione, relativamente alla normativa di cui alla gara cd “Monti” –‐ ad oggi “senza esito” –‐, ha evidenziato nell’ordinanza del 18 giugno 2014 come in questa fase sarebbe pertanto un fuor d’opera avventurarsi in interpretazioni del diritto europeo affermando eventualmente l’illegittimità della gara e facendone discendere la disapplicazione della norma penale liberalizzando in tal modo completamente un settore con evidenti implicazioni di ordine pubblico.

– Come riportato dal quotidiano La Repubblica lo scorso 26 luglio 2014, la Guardia di Finanza a giugno ha aperto un’indagine su Stanleybet indagando sui vertici della società per associazione per delinquere, con l’accusa è di “esercitare (in Italia) l’attività illegale di giochi e scommesse, in assenza di qualsiasi titolo concessorio e in totale evasione di imposta”, avvalendosi di una “stabile organizzazione occulta di persone e mezzi”. Il quotidiano, nello stesso articolo del 26/6/14, da inoltre notizia del rinvio a giudizio per 27 persone, compresi i vertici di Goldbet Sportwetten con l’accusa di “esercizio abusivo dell’attività di scommesse raccolte in via telematica sul territorio”.

In questo contesto, ancora caratterizzato da persistenti contrastanti giurisprudenziali e conseguente incertezza del diritto, è necessario e indifferibile, come più volte invocato da questa Associazione, che a partire da ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), tutte le istituzioni e autorità preposte, a livello centrale e periferico, diano vita al già auspicato coordinamento e collaborazione operativa affinché l’attività dei CTD venga efficacemente contrastata ed estirpata dal territorio nazionale. Solo in questo modo il mercato potrà conoscere la sua reale dimensione e il suo valore e sarà possibile consentire agli operatori nazionali ed internazionali di fare adeguate e ponderate valutazioni di investimento in vista del nuovo assetto del 2016″. lp/AGIMEG