Ddl Ludopatie, dubbi sulle coperture economiche e sull’utilizzo della tessera sanitaria per limitare le puntate

Vengono sollevati una serie di dubbi – a iniziare dalla copertura economica e dall’utilizzo della tessera sanitaria per contrastare il gioco minorile e consentire ai giocatori di autoescludersi o limitare le somme puntate – sulle misure contenute nel ddl sulle ludopatie, licenziato la settimana scorsa dalla Commissione Affari Sociali, e attualmente all’esame delle altre Commissioni competenti per materia per i necessari pareri. E’ quanto emerge dalla relazione tecnica che accompagna il testo. In particolare, per quanto riguarda l’utilizzo della tessera sanitaria, si chiedono chiarimenti al Governo per “escludere eventuali oneri connessi alla necessità di adeguare le dotazioni informatiche delle amministrazioni interessate”. Diverse le criticità sulle coperture economiche, a iniziare dall’aumento del Preu su slot e vlt per finanziare gli ” ulteriori oneri derivanti dal provvedimento”. “Andrebbero acquisiti” si osserva, “i dati e gli elementi posti alla base della quantificazione delle maggiori entrate Preu, con particolare riferimento all’andamento effettivo della raccolta in corso, alle conseguenti previsioni per l’anno successivo e alle possibili variazioni nei consumi alla luce dell’inasprimento tributario in esame e delle misure limitative introdotte con il presente provvedimento”. Inoltre, potrebbe avere ripercussioni economiche anche l’inserimento del GAP nei Livelli Essenziali di Assistenza: “occorre procedere alla quantificazione dei costi associabili ai livelli essenziali delle prestazioni che si intendono assicurare e definire quindi un’apposita integrazione del livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale attualmente previsto”. Poco convincente invece la scelta di finanziare il Fondo per la prevenzione e la cura  del GAP, attraverso l’adozione di sanzioni riguardanti la pubblicità del gioco: “appare necessario acquisire una valutazione del Governo circa l’idoneità di tale forma di finanziamento rispetto alle esigenze del Fondo”. Nella relazione si chiede anche di chiarire ” i criteri e le valutazioni” che hanno portato a quantificare in 2 milioni di euro i fondi necessari a finanziere le campagne di informazione sui rischi del gioco.lp/AGIMEG