Maxipenali Slot: Corte dei Conti sequestra 80 milioni a concessionarie che proseguono l’appello. Udienza il 14 maggio

Si terrà il 14 maggio presso la Terza Sezione d’Appello della Corte dei Conti l’udienza di conferma, modifica o revoca del sequestro di circa 80 milioni di euro disposto nei confronti dei quattro concessionari degli apparecchi da intrattenimento – Bplus, Hbg, Gmatica e Codere – ancora alle prese con il procedimento delle maxipenali delle newslot. Lo confermano a Agimeg fonti legali. Dietro richiesta della Procura, la Corte ha infatti messo un decreto notificato ieri ai Monopoli e alle stesse compagnie per chiedere il sequestro del deposito cauzionale 2013 che viene restituito a ciascun concessionario fino a un importo massimo dello 0,5% della raccolta effettuata. Si tratta in sostanza di somme che le compagnie hanno versato come cauzione all’Amministrazione e che vengono restituite con modalità stabilite di anno in anno sulla base dei livelli di servizio raggiunti dalla compagnia. La Procura ha in pratica chiesto di sequestrare tali somme a copertura di un’eventuale sentenza definitiva di condanna (l’udienza del 9 luglio prossimo dovrebbe concludere il procedimento d’appello, la pronuncia è attesa nei due mesi successivi). Per Bplus sono stati vincolati  35,6 milioni (a fronte di una condanna di primo grado di 845), per Hbg 20,5 milioni (in primo grado condannata al pagamento di 200 milioni), per Gmatica 13,4 e Codere 9,8 milioni (condannate in primo grado a sanzioni rispettivamente di 150 e 115 milioni). Nei mesi scorsi Hbg e Bplus hanno chiesto e successivamente rinunciato alla procedura di definizione agevolata, la cosiddetta sanatoria, e quindi proseguiranno necessariamente con l’appello. Secondo quanto apprende Agimeg, Gmatica invece sarebbe sempre più determinata a chiedere la sanatoria (si starebbe quindi preparando a versare il 30% della condanna di primo grado, 45 milioni invece di 150), ma probabilmente manifesterà la decisione definitiva nel corso dell’udienza del 9 luglio. Codere infine sarebbe intenzionata a fare leva su un’argomentazione già sostenuta in primo grado. La compagnia non partecipò alla gara del 2004 per l’assegnazione delle concessioni, ma entrò nel mercato successivamente – nel settembre 2006 – attraverso l’acquisizione della Rete Franco Spa. Codere – secondo fonti vicine alla compagnia – avrebbe già versato all’epoca una penale per il mancato raggiungimento dei livelli di servizio previsti dalla convenzione per perfezionare l’operazione, e in ogni caso non potrebbe essere ritenuta responsabile per l’intero periodo (la Corte dei Conti contesta il mancato raggiungimento dei livelli di servizio dall’inzio della concessione, nel 2004, fino ai primi mesi del 2007). rg/AGIMEG