Corte Conti, Codere condannata a pagare 5 milioni per il mancato rendimento del conto

Codere è stata condannata dalla Terza Sezione Centrale d’Appello della Corte dei Conti al pagamento di una pena pecuniaria di 5 milioni di euro per omesso rendiconto per la gestione degli apparecchi da intrattenimento. In primo grado, la sezione per la Regione Lazio aveva ritenuto la concessionaria non condannabile, riconoscendo che la mancata presentazione del conto era dovuta a una colpa lieve. “Il Collegio” si legge nella sentenza di Appello, “non concorda con tale benevola soluzione della controversia, che in qualche modo sorvola sul chiaro disposto normativo al quale si aggancia l’atto di citazione, il quale testualmente dispone che “spirato il termine stabilito dalla Corte, questa, citato l’agente dell’amministrazione ad istanza del pubblico ministero, può condannarlo a ragione della mora ad una pena pecuniaria”. Sostanzialmente Codere, dopo aver ricevuto dalla Sezione un decreto per la presentazione del conto nel novembre 2008, ha risposto “a termine ormai scaduto” con  “una nota controdeduttiva con la quale si limitava a negare la propria qualità di agente contabile e il conseguente obbligo di compilazione e deposito del conto: con ciò disattendendo, con evidente trascuratezza (per non avere neppure autonomamente proposto, come altre società avevano fatto, ricorso per regolamento di giurisdizione) l’ordine impartitole dalla Sezione”, ha riassunto il Collegio. E quindi ha concluso che  “sussista effettivamente la colpa grave della società concessionaria e che dunque, per tale ragione, l’appello della Procura regionale debba considerarsi fondato e meritevole di accoglimento, sia pure entro i limiti, quanto all’entità della pena pecuniaria da applicare”. La Corte ha tuttavia accolto le tesi della concessionaria sulla rideterminazione dell’entità della pena che “va commisurata non già all’importo percentuale massimo, pari alla metà della remunerazione dell’agente contabile per gli anni in riferimento indicato dalla Procura (euro 55.354.753,22 per gli anni 2004/2005, euro 34.529.538,74 per l’anno 2006; da determinarsi per gli anni successivi, nei quali è perdurata l’omissione dell’obbligo di rendere il conto), bensì nella misura fissa di lire due milioni di cui all’art. 46 del RD 1214 del 1934, da elevare di 1.000 volte ai sensi del’art. 20 del “Regolamento recante semplificazione e accelerazione delle procedure di spesa e contabili” approvato con DPR 20 aprile 1994, n. 367, per un importo complessivo, arrotondato per difetto, di euro 5.000.000 (cinque milioni) così ripartito: un milione di euro per gli anni 2004/2005 e un milione di euro per ciascuno degli anni – dal 2006 al 2009 -in cui si è protratta la mora. Su detta somma sono dovuti gli interessi legali, dalla data di pubblicazione della presente sentenza al soddisfo”. Di seguito il testo della sentenza Codere. gr/AGIMEG