Giochi, Carboni a Agimeg: “L’online in Italia, tra legale e illegale, vale 1,1 miliardi, valore che negli anni è rimasto costante”

Il mercato dei giochi nel primo semestre del 2015 è cresciuto del 3% in termini di raccolta, ma – secondo i dati pubblicati da Agimeg – si è attestato sui livelli di un anno fa per quanto riguarda la spesa effettiva. Alcuni segmento – come le scommesse – hanno registrato un vero e proprio boom di giocate, ma una contrazione nella spesa effettiva. Il gioco online invece ha invece beneficiato di un’impennata dei ricavi, nonostante la raccolta abbia beneficiato di una crescita molto più contenuta. Per capire esattamente dove sta andando il mercato dei giochi, Agimeg ha chiesto il parere di Giovanni Carboni,  Managing Partner di Carboni&Partners srl. Che ci ha spiegato:

 

L’incremento della raccolta pari al 3% è la risultante di andamenti molto diversi. Crescono le scommesse di +31%, il Lotto e 10eLotto di +12%, i giochi online puri (casinò games, poker, skill e exchange) di +3,5%. Crescono anche i volumi di AWP e VLT, di +2% e di +1%. Calano invece i Gratta e Vinci di -5,7%, i GNTN di -11,3% ed il bingo addirittura di -31,3%. Per quanto riguarda le scommesse la raccolta cresce del 32% ma la spesa, sulla base dei dati di cui disponiamo è addirittura in contrazione dell’11%. Inoltre la crescita del Lotto è determinata dal successo della variante 10eLotto che ha un payout medio di circa il 70%, mentre il payout del gioco tradizionale è circa 55%. Se consideriamo che la crescita della raccolta delle scommesse vale l’1,5%, e quella dei giochi del Lotto vale l’1% della crescita totale del settore si conclude che a fronte della crescita della raccolta pari al 3% non si può registrare un analogo andamento della spesa.

 

Colpisce l’andamento delle scommesse sportive che in termini di raccolta registrano una crescita del 32%, ma poi calano del 11% in termini di spesa effettiva. Come si spiega questo trend?

 

Il trend della raccolta delle scommesse viene correttamente assegnato allo sviluppo dell’offerta live. Ma la scommessa live è un prodotto diverso dalla scommessa pre-play ed è offerta con una percentuale di allibramento, cioè un margine, molto più basso. Inoltre anche i margini delle scommesse pre-play nel 2015 sono stati più sfavorevoli per il concessionario rispetto all’anno prima, per vari motivi, tra i quali la competizione tra gli operatori. Anche per un prodotto come le scommesse la valutazione dei trend non può prescindere dal dato del margine.

 

Un altro segmento in cui si ravvisa una distorsione è il gioco online, in cui però la spesa effettiva registra un aumento maggiore della raccolta. Come mai?

 

Come al solito la raccolta amplifica e distorce la dimensione del gioco online. Sulla base dei dati pubblicati i giochi online puri (casinò, poker, skill ed exchange) generano una raccolta di 6,7 miliardi di euro, pari a quasi il 16% della raccolta totale. Ma la spesa di quegli stessi giochi è 238 milioni di euro vale a dire il 3,5% della raccolta. Invece la spesa del totale dei giochi è 20% della raccolta. La dimensione vera del gioco online è quasi 6 volte inferiore a quanto parrebbe dai dati della raccolta. In termini di GGR i giochi online puri crescono del 7,2%, mentre l’incremento della raccolta è solo 3,5%. Dipende dal cambiamento del mix, perché cresce il segmento delle slot che ha un margine di circa il 5% mentre cala il poker cash che ha un margine della metà. Cioè, a parità di raccolta le slot generano il doppio del margine del poker cash.

 

Il poker, soprattutto quello cash, è in forte contrazione: giocano tutti meno, o alcuni giocatori stanno invece tornando sui dot.com?

 

C’è anche la seconda causa. Il poker cash è l’unico segmento nel quale, purtroppo, si è verificata negli ultimi anni un’inversione della tendenza virtuosa della canalizzazione del gioco illegale sul circuito legale, che avvenne nel poker nei primi anni dopo la sua introduzione e che permane negli altri segmenti del gioco online.

 

E’ possibile avanzare una stima delle dimensioni attuali – e del trend – del mercato del gioco online, considerando sia il legale che l’illegale?

 

Rimando al post pubblicato sul mio sito (www.egla.eu), anche in lingua inglese per l’analisi e mi limito qui alle conclusioni. Nel primo semestre dell’anno il settore del gioco online pare mostrare un’incremento dell’8,5%. Ma questo è fondamentalmente determinato dall’incremento attorno al 20% sia dei giochi di casinò sia delle scommesse. Nel 2015 si è registrato l’ingresso di bet365 che ha ora oltre il 20% di quota GGR nel segmento delle scommesse online e che trasferì in ottobre 2014 sul circuito dot.it i propri giocatori precedentemente serviti sul dot.com. A questo è riconducibile almeno la gran parte dell’incremento del GGR delle scommesse. Riguardo ai giochi di casinò il trend va ricondotto in larga misura all’abbandono del mercato degli operatori dot.com da parte dei maggiori provider delle piattaforme di gioco. In conclusione l’andamento della spesa del mercato totale legale e illegale è costante, come lo è stato nel 2014 rispetto al 2013, perché anche in quel caso l’incremento del 4% del mercato legale si spiega con l’abbandono di operatori di gioco dot.com da parte dei primi provider che aderirono alla moral suasion dell’ADM. In un articolo del 2014 su AGIMEG avevo già spiegato come il recupero del gioco illegale aveva impattato sui dati nel periodo precedente 2010 – 2013. Se teniamo conto della sottrazione del gioco dal circuito illegale – che è sempre progressivamente avvenuta grazie alla gestione consentita finora dalle norme – la spesa del gioco online totale è sostanzialmente stabile anche nel 2015 ed è presumibilmente inferiore a quella del 2010. È condivisibile una stima della spesa complessiva del gioco online di 1.000 – 1.100 milioni che permane piuttosto costante negli anni. In essa non è inclusa la raccolta effettuata presso i CTD, che avviene con il modus operandi del gioco fisico, ancorché surrettiziamente con la copertura di un titolo autorizzativo di gioco online emesso da una Authority straniera. rg/AGIMEG